Critica d’arte in occasione della Personale alla Galleria Vittoria a Roma.

“Che cosa ne sappiamo del mondo e della realtà intorno a noi? I mezzi di cui disponiamo per ricevere le impressioni sono assurdamente scarsi, e le nostre cognizioni in merito agli oggetti che ci circondano, infinitamente ristrette.Vediamo la realtà circostante come siamo comunemente (e culturalmente) abi-tuati a vederla, ed ignoriamo quasi sempre del tutto il motivo per cui uno sporadico frammento di tanta pubblica realtà‚ ci resti, talvolta, impresso in modo quasi indelebile nell’anfratto più recondito e intimo dell’animo, o nello spazio più profondo e privato della memoria.

Ci sono, però, persone straordinarie come Chiara Abbaticchio, e cioè artisti probabilmente dotati di sensi più acuti, più vasti, o qualitativamente diversi, che possono non solo rappresentare magistralmente e fissare materialmente certe care e rare percezioni eteree e passeggere di una realtà in continuo divenire, ma che possono perfino vedere e studiare a fondo interi mondi di materia, energia e vita che, pur essendo a quotidiana portata di mano, raramente riusciamo a scorgere o a identificare in modo consapevole.

Le sue tele sono una fedele e abilissima trasposizione concreta dell’emotività astratta (e troppo spesso anche distratta) che accompagna, anima e dimentica la nostra quotidiana percezione di una realtà dinamica, moderna, e davvero troppo veloce, nella sua incessante movimentazione frenetica, da consentirci una contemplazione in grado di svelarne l’intrinseca bellezza.

Allora possiamo osservare le sue opere per ritrovare e rivivere i frammenti delle immagini della nostra vita, prodotti da una percezione troppo fuggevole e quindi poi destinati a restare perduti nella memoria.

L’arte e la tecnica pittorica di Chiara Abbaticchio sono in grado di svelare tutta la forza estetica, significativa ed evocativa, affascinante ed evanescente di una realtà percettiva che rischia troppo spesso di frantumarsi e dissolversi nella propria stessa lacerante frenesia.

Il fascino e l’eleganza delle vivide figure di donna tratteggiate in momenti e movimenti seducenti; o i frammenti romantici di scenari cittadini caratterizzati da luci accattivanti e da colori intensi, quasi espressionisti, che simulano le immagini frammentate dei ricordi. infondendo una serenità quasi ipnotica a chi li contempli, ci restituiscono quella visione reale, autentica, viva, imprecisa e umana, che nessuna macchina fotografica potrà mai renderci, e ci ricordano quanto la realtà quotidiana sia variegata e dinamica, mistura frammentaria, percezione imprecisa, rappresentazione soggettiva, emozione viva.”

Claudio Bardi, scrittore.

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